Cinque competenze di uno Spin-Ufficio Stampa 0


Ovvero come spargere polvere magica sull’ufficio stampa politico e elettorale.

Un ufficio stampa tradizionale, che sia composto da una o più persone, ha il compito di redigere e diffondere comunicati stampa, dichiarazioni, interviste, organizzare conferenze e tavole rotonde che attirino l’attenzione della stampa.
Deve produrre quotidianamente una raccolta di articoli di interesse per il candidato o il politico per il quale lavora (la cosiddetta rassegna stampa); costruire e mantenere una serie di relazioni con i vari media; promuovere il candidato presso le trasmissioni televisive per aumentarne la visibilità.

Sembra impeccabile.

Eppure non è svolgendo questi compiti che può davvero contribuire alla vittoria elettorale.

Un ufficio stampa vincente non può limitarsi a svolgere un lavoro quotidiano metodico e puntare alla visibilità incondizionata.
Deve avere competenze precise e svolgere compiti efficaci.

Ecco le caratteristiche che trasformano un ufficio stampa classico in uno Spin-Ufficio stampa:

  1. Impostare una linea di comunicazione che converga verso gli obiettivi della campagna elettorale

    L’ufficio stampa deve assorbire e metabolizzare il lavoro di analisi e programmazione fatto in una prima fase dallo spin doctor.
    Insieme a lui stabilisce il messaggio o i messaggi di cui tutta la linea di comunicazione deve essere pregna.
    Recepisce i punti di forza da mettere in evidenza nel corso della campagna e individua con largo anticipo i punti di debolezza che potrebbero comportare dei rischi.
    Qualsiasi cosa accada, nella maggior parte dei casi sarà pronto non solo a gestire la crisi ma soprattutto a tirarsene fuori trasformandola in un’opportunità per mettere in luce proprio cliente.

  2. Individuare le opportunità di notizia

    Non è detto che ci sia sempre qualcosa da dire. E non è necessario dire per forza qualcosa. Pubblicare dichiarazioni forzate può essere dannoso. L’ufficio stampa deve saper individuare le opportunità che permettono di costruire e mantenere la strada verso la vittoria elettorale. Questo significa che deve saper selezionare fatti e dichiarazioni che compaiono sulle testate, individuare i temi di interesse del candidato e valutare se è opportuno esserci. In caso positivo deve saper individuare lo strumento più efficace e adatto alla situazione: nota, comunicato, intervista, lettera al direttore. O qualsiasi altra azione che permetta al candidato di essere presente sui media per posizionarsi e raccontare la sua storia.

  3. Valutare con la massima attenzione gli inviti in tv

    Arriva un invito in televisione. Il mantra è: se non è utile non è necessario. Specie se la presenza del candidato in un dibattito rischia di danneggiarlo.
    Ogni volta che si riceve un invito è opportuno che l’ufficio stampa chieda alla redazione tutte quelle informazioni che gli permettono di fare le valutazioni opportune: quando si svolgerà l’intervista o il dibattito? qual è l’argomento della trasmissione? ci sono altri ospiti? chi sono? chi è il giornalista che lo intervisterà?
    Una volta prese queste informazioni l’ufficio stampa deve poter valutare, sulla base della linea di comunicazione concordata all’inizio della campagna e del contesto in cui il candidato dovrà esprimersi, se la sua presenza è davvero utile al suo successo.
    In caso di risposta affermativa il candidato dovrà prendere il tempo necessario a prepararsi all’evento. E allenarsi come se non ci fosse un domani.

  4. Media training

    Preparare il candidato a partecipare ad una trasmissione è compito del media trainer. Spesso però questo ruolo è svolto dallo spin doctor, dal portavoce o dall’addetto stampa con specifiche competenze nel settore.
    Prepararsi ad un’intervista o trasmissione in tv significa studiare il giornalista e gli altri ospiti, approfondire l’argomento di cui si parlerà e preparare alcune frasi ad effetto. L’ufficio stampa dovrà realizzare una cartellina con tutta la documentazione necessaria. E preoccuparsi che il candidato la studi con attenzione. Tutto naturalmente dovrà essere coerente con la linea di comunicazione stabilita in principio e contenere i messaggi fondamentali della campagna.
    Occhio al linguaggio non verbale: il 55% di ciò che il pubblico percepisce passa attraverso il corpo.

  5. Gestire la comunicazione social.

    Esserci o non esserci? Ovvio che sì, anche se le campagne elettorali non si vincono sui social (incidono solo per il 7%).
    Ma “il tuo brand è ciò che la gente dice di te quando non sei nella stanza” e sui social si parlerà del candidato volente o nolente. Tanto vale gestire e provare ad influenzare le discussioni che lo riguardano.
    Puoi ribaltare i commenti negativi, trovare opportunità per posizionare il candidato e rafforzare il suo messaggio, coinvolgere gli elettori sicuri e quelli che lo spin doctor ha individuato tra gli obiettivi.
    Occhio a messaggio, obiettivo e tono di voce.


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