5 Considerazioni sul nuovo simbolo della Lega Nord (Salvini Premier) 0


Con la presentazione del nuovo simbolo elettorale, Matteo Salvini ha completato la svolta, politica e comunicativa, della Lega Nord.

Il simbolo storico della Lega Nord, ormai lo stesso dal 4 dicembre 1989 (anno di fondazione del partito), ha sempre tenuto fermi gli elementi visivi:

  • stella delle alpi
  • Alberto da Giussano
  • il colore verde
  • e il testo LEGA NORD.

Negli anni, durante alcune competizioni elettorali, anche la Lega aveva ceduto alla personalizzazione politica del simbolo, inserendo il cognome dell’allora segretario politico, Umberto Bossi.

Pertanto la prima considerazione da fare è l’inserimento del cognome SALVINI nel simbolo.

Questo arriva alle porte delle prossime elezioni politiche ed è sicuramente un’idea in linea con quanto fatto negli ultimi anni da tutti i partiti (o quasi tutti). Nulla di nuovo sotto il sole, quindi.

Le cose che invece hanno innescato la vera discussione, politica da un lato, e comunicativa dall’altro, che è quella che ci interessa, sono altre. Vediamole una per una.

La seconda considerazione è quella relativa all’eliminazione della Stella delle alpi dal simbolo.

Si cancella in questo modo il riferimento visuale legato al NORD. È un caso chiaro in cui togliendo un elemento si aggiunge significato. Meno Nord più Italia. D’altronde la strategia di Salvini da tempo si muove in questa direzione.

La terza considerazione è legata all’inserimento della scritta PREMIER sotto il cognome di SALVINI.

Non è una considerazione da poco se teniamo conto del fatto che l’attuale scenario politico del centro destra non ha ancora individuato un candidato premier. L’idea che mi sono fatto è che Salvini punti moltissimo sull’effetto empatia della sua personalità nei confronti degli elettori. Un conto è votare per la Lega di Salvini, un conto è votare per la Lega in cui Salvini é il candidato premier. Un’inversione di tendenza che sposta l’asse verso il politico anziché gli slogan elettorali.

Quarto. Il colore. Questa è forse la “rivoluzione” più sottile.

Per anni il verde ha distinto cromaticamente la Lega Nord e i suoi politici. Di fatti questa trasformazione cromatica non coinvolge direttamente il simbolo ma ormai anche nelle declinazioni dei materiali elettorali, il verde viene abbandonato a favore del blu. Il verde delle cravatte, le spillette con il sole delle alpi, i fazzoletti da taschino nelle giacche, i foulard e anche le camice verdi, anche questi elementi saranno abbandonati in favore del blu? Il passaggio al blu (che è un blu diverso) ha un sapore non solo “nazionale”, il blu, oltre ad essere un colore collocabile politicamente nel centro destra è il colore “presidenziale” o anche istituzionale. Una scelta coerente e non casuale.

In ultimo via il NORD.

Ricollegandoci al secondo punto, ossia l’eliminazione della stella delle alpi come riferimento visual al NORD, ecco che si giunge alla mutazione finale del simbolo. Via il NORD, riferimento testuale, dal simbolo. Ancora una volta si toglie per aggiungere, meno Nord più Italia.

Di fatti, i tentativi della Lega a trazione Salvini, sono stati diversi di associare accanto al simbolo della Lega Nord altri simboli che potessero denordizzare il suo messaggio politico. Non più il sud e roma ladrona, come nemici pubblici numeri uno ma immigrati e clandestini. Una “lepenizzazione” in salsa italiana che adesso ha il suo simbolo elettorale.


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