
I nuovi mezzi di comunicazione digitale hanno cambiato non solo il nostro modo di comunicare, ma anche il nostro linguaggio. Con la diffusione delle nuove tecnologie infatti i termini inglesi entrati a far parte del nostro linguaggio sono aumentati in modo esponenziale. Basterà pensare a termini come selfie, hashtag e follower. Ben più rari sono i termini di origine italiana che, dopo essere stati diffusi all’interno dei social network, sono diventati frequenti anche nel mondo offline.
Una di queste rarità è il termine,“Gentismo”, spesso utilizzato nell’ambito della comunicazione politica. Questo lemma è definito dal vocabolario Treccani come: “ Atteggiamento politico di calcolata condiscendenza verso interessi, desideri, richieste presuntivamente espressi dalla gente, considerata come un insieme vasto e, sotto il profilo sociologico, indistinto ”. In sintesi il gentismo rappresenta l’estrema esemplificazione di ogni pensiero, idea, o concetto che porta la “gente” a riempire i propri post e commenti con demagogia spicciola fondata su ignoranza, bufale e una pericolosa dose di odio misto a indignazione.
I gentisti, categoria politicamente trasversale, sono solitamente accomunati da un basso livello culturale e da una completa mancanza di fact checking. Il loro grido di battaglia è il “condividi se sei indignato” e gli obiettivi del loro odio sono estremamente variegati: dagli immancabili politici fino ai poteri forti senza dimenticare, ovviamente, gli immigrati.
Tuttavia i social rispettano il terzo principio della dinamica nel quale “ad ogni azione corrisponde una reazione, uguale o contraria”.
Nascono quindi pagine come “Adotta anche tu un’analfabeta funzionale” oppure “Becero populismo dei link di FB”, fan page con il preciso scopo di mettere alla berlina gli indignati da tastiera. Un metodo per controbattere alle truppe del “condividi se sei d’accordo” è infatti quello di evidenziare le lacune socio-culturali dei post tramite la creazione di pagine piene di contenuti che – graficamente simili a quelli dei gentisti – capovolgano completamente il messaggio.
Una delle prime pagine italiane a proporre questo tipo di post è “Generatore di immagini gentiste di bassa qualità”, La pagina del Generatore conta ad oggi 44mila fan ed esprime tutta la sua potenza di aggregazione all’interno del suo gruppo: Giente Honesta, una delle poche community italiane dove – tra il serio e il faceto – i giovani parlano di politica. Abbiamo fatto due chiacchiere con il fondatore del Generatore, Mirko Bortolotto, 24enne di Conegliano.
Ciao Mirko, come ti è venuta l’idea di aprire il “Generatore di immagini gentiste di bassa qualità?”
L’idea mi è venuta nell’agosto 2015, in quel periodo il gentismo nel web era molto diffuso ed era già molto preso in giro da pagine come Becero, Brownies e Protesi di complotto. Mancava però una pagina che facesse veri e propri meme a riguardo, magari facendo la caricatura dei post gentisti originali ma esagerando così da diventare palesemente ironica, e così ho fondato il Generatore, che arrivò ad avere 108.000 likes prima di venire chiuso da Facebook e rifondato.
Raccontaci le dinamiche del gruppo Giente Honesta. Come viene gestito? Hai in mente qualche futuro sviluppo per questa importante community?
Giente Honesta è una community nata la notte di capodanno del 2016 con l’idea di essere la “fucina” di meme per il Generatore. Con il tempo si è trasformata in un luogo di discussione che – partendo con ironia – arriva a sviluppare argomentazioni più serie e di condivisione scherzosa di situazioni gentiste allo stremo o politicamente, diciamo, retrograde. Per il futuro non abbiamo ancora progetti ben definiti però a breve aprirà il nostro sito.