Di Maio-Salvini: c’è una strategia comunicativa del Governo del Cambiamento? 0


In un articolo per l’Huffington Post “Guida al silenzio per il Governo del cambiamento”, Nicola Bonaccini, esperto in Comunicazione Politica, prova a dare 5 consigli su come tenere a freno l’impeto comunicativo dei due “cavalli di razza” che tirano avanti la biga di questo Governo.
Il finale del suo articolo mi ha ricordato molto una delle 7 asserzioni principali del Tractatus di L.J.J. Wittgenstein:

Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere.

Questi spunti mi hanno portato a fare una riflessione che vorrei condividere oggi con voi.

La campagna elettorale permanente a cui stiamo assistendo sta restringendo il cerchio degli attori protagonisti solamente a quelli che compongono il Governo (detto del Cambiamento).

È una rincorsa quotidiana fra le due anime politiche, impersonificate da Di Maio e Salvini, a ri-lanciare proposte, alzare i toni e annunciare cambiamenti.

Sono stati proprio Salvini e Di Maio a tenere banco in questi giorni con i loro cavalli e temi di battaglia. Immigrazione da un lato e Reddito di cittadinanza/Pensioni dall’altro.
Proprio su questo vorrei porre l’attenzione. I temi che hanno caratterizzato (insieme alla flat-tax e al taglio dei privilegi) la campagna elettorale scorsa hanno una natura intrinseca diversa, creano nell’elettore sentimenti opposti e per questo, secondo il mio umile parere, una strada comunicativa potrebbe essere più vantaggiosa dell’altra in termini di acquisizione del consenso. (Almeno in questa fase politica)

Mi spiego. Da un lato Salvini fa leva sul tema Immigrati-Clandestini, quindi continua ad amplificare, a suon di dirette facebook, sempre di più il sentimento della paura negli elettori.
Dall’altro, Di Maio sta catalizzando tutto il suo racconto politico su reddito di cittadinanza e “superamento” della Legge Fornero. Ossia sta facendo leva sul sentimento di speranza (nel futuro) degli elettori.

Una dicotomia fortissima, Paura e Speranza, che a prima vista potrà sembrare una contraddizione forte al punto di mettere a rischio la tenuta, quantomeno, comunicativa del Governo.
Io penso di no. Credo che per questo Governo tenendo insieme queste due leve emozionali forti del consenso, paura e speranza, possa avere vita più lunga di quanto ci si aspetti.

La vera difficoltà quindi la vera sfida, dal punto di vista comunicativo, l’affronta però il M5S.

Quella che a me sembra la clausola nascosta nel contratto di Governo, ovvero “niente fuoco amico” lascia campo libero, almeno in questa fase iniziale, alle due anime politiche e ai loro principali rappresentanti, di continuare con i toni da campagna elettorale e con le scelte plateali per conquistare i titoli dei giornali.

Dicevo, forse troverà più difficolta il M5S, a tenere alto il tema ed il tono della Speranza per giustapporsi al tema e ai toni della Paura dettati dalla Lega. Perché se entriamo nello specifico politico, ci accorgeremo come i temi principali proposti dal M5S (reddito e riforma pensioni) abbiano tempi di realizzazione di media durata, per non dire lunga/lunghissima.

Mentre, e la vicenda “Aquarius” di queste ore ci dice molto in questo senso, ha dato grande eco al messaggio del leader leghista, che oggi si appende una medaglia al petto pur tenendo una linea comunicativa ortodossa.

Concludendo. La cosa più avvincente del duello Paura-Speranza, o nel nostro caso Salvini/Di Maio, è quale formula sarà adottata per fare in modo che “tutto tenga” senza sgretolarsi ai primi smarcamenti politici. Di una cosa sono quasi certo, questa formula non sarà il silenzio.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.