
Abbiamo assistito in Sicilia ad una campagna elettorale accesa, pungente e non priva di colpi bassi. I candidati erano consapevoli che, giorno 5 novembre, la posta in gioco era alta e allora hanno dato il massimo, sfruttando a pieno ogni occasione ed ogni mezzo per avvicinare alla propria causa l’elettorato siciliano.
Quello che vogliamo analizzare oggi è l’attività Facebook dei quattro principali candidati che si sono contesi la presidenza, Giancarlo Cancelleri, Nello Musumeci, Fabrizio Micari e Claudio Fava studiando i contenuti pubblicati sulle loro pagine dal 10 al 27 novembre (quindi in piena campagna elettorale).
Sono stati analizzati i post pubblicati in questo arco temporale e i dati che sono emersi sono risultati davvero interessanti: molti attacchi diretti (soprattutto Cancelleri), diversi endorsement ma un basso numero di confronti. Questo a riflesso dello stato d’animo del paese e del clima “rovente” che sta vivendo la politica.
Tutti i candidati hanno pubblicizzano bene gli appuntamenti e hanno utilizzano al meglio lo strumento della “diretta”, consapevoli del ruolo strategico che adesso ha Facebook nel mondo della politica. Altro elemento di cui prendere nota è l’impatto e il traffico generato dai post di alcuni candidati: se da una parte i post di Cancelleri alimentano un gran numero di suoi sostenitori, dall’altra i post di Musumeci attirano un gran numero di suoi “haters”. A soffrire, in tutto questo, sono proprio i programmi che fanno fatica a trovare spazio e vengono molto spesso ridotti.
Nella figura 3 possiamo vedere le parole chiave della campagna elettorale. Le tematiche che spiccano sono il lavoro, i trasporti, la semplificazione, le infrastrutture e i diritti ma si parla pure di futuro, di fondi europei, di turismo e di sviluppo. Tutti temi delicati che interessano in generale l’isola.
Facebook è un social ormai fondamentale per la comunicazione politica, sia che si parli di campagna elettorale pura, che di campagna permanente e in Sicilia solo alcuni candidati lo hanno appreso a pieno, a differenza di altri che si sono limitati ad usarlo solo come mero strumento d’attacco. Ma come si suol dire “chi di Facebook ferisce, di Facebook perisce”.