
I social giocano un ruolo fondamentale nella campagna elettorale e, soprattutto in riferimento ai piccoli Comuni italiani, è lampante l’utilità di questi strumenti. Nei centri con meno di 15.000 abitanti l’elettore ha infatti una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri.
Sulla scheda in questione vicino ai nomi dei candidati sindaco viene anche stampato il simbolo della lista che lo appoggia. Un elemento importante questo, dal momento che votando il sindaco si vota anche la lista che lo sostiene e le persone che sono state proposte come consiglieri.
In un Comune con meno di 15.000 abitanti, sebbene piccolo, difficilmente si riesce a conoscersi tutti e per tale ragione avere visibilità è indispensabile. In passato i politici tenevano discorsi in piazza e spendevano parole per perorare la loro causa, adesso la vera piazza della cittadina è un’altra: Facebook.
Questo social in particolare è il luogo dove tutti si riuniscono, dove le pagine aziendali mostrano le proprie offerte e soprattutto dove la maggior parte dei cittadini si informano.
Una campagna adv mirata e ben geolocalizzata è quindi uno degli elementi principali per riuscire ad arrivare a tutti i concittadini. Difatti nei Comuni, anche quelli con soli 5.000 abitanti, è impensabile andare porta a porta per spiegare il proprio programma, ma è possibile entrare nella casa di ciascun possibile elettore attraverso la sua bacheca.
Pensando quindi per un attimo ad un candidato sindaco con la possibilità di bussare alla porta di quasi ciascun elettore è facile capire l’importanza di una campagna social ben strutturata.
Proprio per capire le dinamiche di questo tipo di campagna elettorale abbiamo incontrato Francesco Pannullo, giovane capo della comunicazione del Sindaco vincente alle ultime elezioni comunali di Roccapiemonte, paese di 9000 abitanti in provincia di Salerno.
Francesco, raccontaci della tua esperienza nella campagna elettorale di Roccapiemonte. Quale iniziativa avete preso sul web?
Ciao Socialcrazia!
La campagna elettorale di quest’anno è stata particolarmente complessa e delicata; le elezioni erano molto sentite e per la prima volta nella storia ai nastri di partenza si sono presentate ben 5 liste, quindi dandoci una media di 1 candidato ogni 150 persone! Come potrai immaginare, in una città con un bacino di utenza piccola come la mia, specie se nel mio caso del sud italia, la campagna elettorale viene battuta principalmente nelle strade, nelle case, quindi principalmente è il “porta a porta” a farla da padrona.
Una campagna molto esaltante, anche perché al netto dell’esperienza campagna che ho curato lo scorso anno (Fisciano, 11mila ab.) ricoprivo solo il ruolo di Digital Communications Strategist e Manager, quest’anno ho svolto il ruolo di Campaign Manager. Dunque ho scoperto quanto possa essere esaltante e devastante allo stesso tempo non solo: dirigere la campagna non solo online, ma anche offline riuscendo a far combaciare perfettamente entrambe le cose.
Approvare i lavori dell’art director, studiare copy efficaci, la creatività, le affissioni, organizzare gli appuntamenti elettorali e tante altre piccole cose sono state all’ordine del giorno durante questa campagna, per quanto riguarda il web invece abbiamo deciso di utilizzare una strategia improntata principalmente e unicamente su due canali, Facebook e Whatsapp, ovviamente legati alle attività “sul campo”.
Il messaggio da veicolare è stato uno, semplice, chiaro e preciso “ Per tornare a credere”, che era il claim della nostra campagna. Una scelta precisa, dura e cucita su misura della situazione in cui versava larga parte dell’elettorato cittadino in quel momento, ovvero una grande carenza di fiducia nei confronti delle istituzioni locali.
Avete utilizzato inserzioni a pagamento? Se sì su quale social?
Guarda, nel nostro caso abbiamo deciso di ridurre al minimo il budget per le sponsorizzate, credo ne abbiamo utilizzata una sola, su Facebook, per lanciare l’evento più importante della campagna in una piccola città: l’apertura. Tutto il resto del lavoro è stato poi fatto dalla community online, costituita perlopiù da sostenitori volontari che ad intervalli regolari si occupavano di tenere sempre fresco e attivo il contenuto pubblicato sulla pagina tramite condivisioni ad orari specifici e personalizzati per ognuno (per quartiere di provenienza, per età, per luogo, etc). Le sponsorizzate sì, servono a molto, ma in questo caso dato che comunque il target elettorale al quale ci riferivamo era in maggior parte “conosciuto”, abbiamo preferito spostare quindi strategicamente più risorse su altre attività.
Anche i candidati utilizzavano i social? In maniera autonoma o la comunicazione veniva centralizzata dal vostro staff?
Tone of voice, strategie comunicative e best pratice dei social network per il sindaco e gli altri candidati sono state preventivamente concordate onde evitare di cadere in “trollate” o crisi reputazionali gravi. Per fortuna il sindaco è una persona molto ben vista dalla cittadinanza ed è stato ben predisposto ad accettare i consigli che gli venivano dati (cosa non assolutamente scontata in una campagna elettorale).Nei social network basta molto, molto poco per rovinare tutto il lavoro di mesi e mesi, quindi la gestione della comunicazione social è una cosa molto sensibile, che non va assolutamente né improvvisata né sottovalutata.